Di fronte alla mia scrivania ho delle finestre molto esperte.
Se mi appoggio al vetro e lo guardo riesco a vedere il paesaggio che si estende dall’altra parte.
Quarantotto pescatori hanno gettato la loro esca.
Devono essere parecchio fortunati, perché tutti e quarantotto hanno raccolto contemporaneamente un grosso luccio argentato.
Il fiume dal quale stanno pescando è di un bell’azzurro intenso. Si riescono a intravedere, tra le leggere increspature dell’acqua, alcuni pesci dalle scaglie rossicce.
Sulla riva a sinistra c’è un breve argine erboso. Un cartello sulla sua sommità indica il nome della cittadina (è scritto in piccolo, non riesco a leggerlo) che si trova poco più in fondo, un villaggio ricco di abitazioni variopinte (sembra quasi Burano). Risalendo con lo sguardo lungo il corso del fiume arrivo fino allo zampillo da cui ha origine il torrente, il quale si trova esattamente all’ingresso del paese.
Un vecchio lupo di mare, aggrappato all’albero maestro della sua imbarcazione, osserva un panda rosso correre per i prati. Una colombella bianca svolazza nel cielo.
Osservo gli edifici del centro abitato.
Nulla sembra mancare a questo paese, la vita sembra trascorrere serena e pacifica. Riconosco la sede municipale e quella delle poste, il cinema e il negozio di dischi, la scuola e…
Un momento.
Cosa sta succedendo?
Due eserciti, uno di cavalieri medievali, l’altro composto da cyborg e androidi, si stanno scontrando; sono già divampati degli incendi, di cui uno presso la libreria locale. Inestimabili codici stanno andando a fuoco.
La colombella bianca si è posata su un cornicione.
Un corpo scelto di spazzini intanto, provvisto di paletta e ramazza, raccoglie la cenere e la getta nel cestino, incurante che gli scontri non accennino a placarsi.
Dalla cima di una torre un artista ritrae il terribile, ma allo stesso tempo sublime, spettacolo che la battaglia ha provocato in un animo romantico come il suo.
Scollego la visione da ciò che sta succedendo. Decido di uscire da casa per informarmi meglio.
Chiudo le finestre.
Se mi appoggio al vetro e lo guardo riesco a vedere il paesaggio che si estende dall’altra parte.
Quarantotto pescatori hanno gettato la loro esca.
Devono essere parecchio fortunati, perché tutti e quarantotto hanno raccolto contemporaneamente un grosso luccio argentato.
Il fiume dal quale stanno pescando è di un bell’azzurro intenso. Si riescono a intravedere, tra le leggere increspature dell’acqua, alcuni pesci dalle scaglie rossicce.
Sulla riva a sinistra c’è un breve argine erboso. Un cartello sulla sua sommità indica il nome della cittadina (è scritto in piccolo, non riesco a leggerlo) che si trova poco più in fondo, un villaggio ricco di abitazioni variopinte (sembra quasi Burano). Risalendo con lo sguardo lungo il corso del fiume arrivo fino allo zampillo da cui ha origine il torrente, il quale si trova esattamente all’ingresso del paese.
Un vecchio lupo di mare, aggrappato all’albero maestro della sua imbarcazione, osserva un panda rosso correre per i prati. Una colombella bianca svolazza nel cielo.
Osservo gli edifici del centro abitato.
Nulla sembra mancare a questo paese, la vita sembra trascorrere serena e pacifica. Riconosco la sede municipale e quella delle poste, il cinema e il negozio di dischi, la scuola e…
Un momento.
Cosa sta succedendo?
Due eserciti, uno di cavalieri medievali, l’altro composto da cyborg e androidi, si stanno scontrando; sono già divampati degli incendi, di cui uno presso la libreria locale. Inestimabili codici stanno andando a fuoco.
La colombella bianca si è posata su un cornicione.
Un corpo scelto di spazzini intanto, provvisto di paletta e ramazza, raccoglie la cenere e la getta nel cestino, incurante che gli scontri non accennino a placarsi.
Dalla cima di una torre un artista ritrae il terribile, ma allo stesso tempo sublime, spettacolo che la battaglia ha provocato in un animo romantico come il suo.
Scollego la visione da ciò che sta succedendo. Decido di uscire da casa per informarmi meglio.
Chiudo le finestre.